lunedì 15 marzo 2010

Gara DH: Pieve di Teco


Dal basso, ovviamente.. non sono quindi arrivato ultimo di categoria, ma terzultimo, mentre sull'assoluta (quindi agonisti e amatori mischiati) sono risultato 187esimo. Su circa 240, se non ricordo male. Donne incluse. Vabbè. Ma andiamo con calma. La classifica, innanzitutto:


Classifica Pieve di Teco


Dopo la sveglia delle 5, ieri mattina, io e Christian arriviamo a Pieve verso le 11.

Coda di circa 1 ora per il controllo tessere e per prendere il numero. 93. No, dico, 93. Numero a due cifre. Parto tra i primi cento. Wow. Prima di consegnarmi il numero, però, mi prendono la tessera e controllano. "Ah, Elite, non paga". Già, perché gli atleti Elite non pagano l'iscrizione alle gare. Fantasticheria pura. Però €25 dobbiamo sborsarli comunque per le risalite. Pazienza.

Ci mettiamo in coda per fare la nostra prima risalita. La coda è lunga. Lunghissima. E arrivare finalmente alla partenza della pista richiede qualcosa come un'ora, perché la risalita è a furgone.

E in cima arriviamo.

Parto per la prima prova. Senza cronometri, senza niente, tanto mi devo fermare e guardare. Il primo salto lo evito, il secondo lo guardo e lo faccio sulla destra, dov'è più semplice, il terzo pure. Oltre ai salti, è tutto un fermarsi e guardare, fermarsi e guardare. Ma è inutile, perché alla seconda discesa è così: "Ah sì, più o meno lì, se non sbaglio, c'è un ripidino.. no, forse però era una saltino.." o anche "Mmm, interessante, sì, potrei fare quella linea" poi mi giro, risalgo due metri, mi rigiro, non vedo più il passaggio e penso "Mmm, eh, ma qual era la linea interessante, non la vedo più, non me la ricordo".

Al termine della prima discesa, io e Christian le risalite le facciamo alternandoci alla guida del mio Doblò, perché di stare ad aspettare le mezz'ore ogni volta non ci va. Unico problema: si scende uno alla volta, da soli, e in preparazione a una gara invece è più utile scendere insieme, perché si guarda l'altro e si capiscono le cose.

Alla terza discesa, prendo il tempo: 11'32". Una schifezza totale. "Ah, ma mi sono fermato tanto a guardare e soprattutto perché mi facevano malissimo le mani", dico a me stesso.

Alla quarta discesa, riprendo il tempo: 7'56". "Bene, dai, mi sono fermato un attimo, dovrei riuscire a stare sotto i 7 minuti, suvvia". E chiudiamo le prove.

Nel frattempo sono arrivati Ricky (Di) e Andrea (Soravia), montiamo quindi il gazebo, prendiamo una birra media al bar e poi chiudiamo la giornata.

Stamattina torniamo a Pieve e troviamo ad accoglierci anche gli ultimi due compagni di squadra che prenderanno parte alla gara: Guglio e Ricky (Fasano).

Dopo circa trentadue secondi in coda per la risalita, il padre di Fasano si presenta col furgone e ci porta su.

Ci facciamo due discese, senza tempi e senza nulla, e per la prima volta provo l'emozione di sentire un fischiettino fare "Friiip" quando sto passando. E gente che se ne sta lì a bordo pista a guardare. Fantastico.

La prima manche parte: inutile dire che sono un po' emozionato, soprattutto perché parto quart'ultimo nella categoria Elite, dove c'è la gente forte. Infatti, prima di scendere, vedo la tabella di partenza e mi faccio un giro ad avvisare le tre persone che partiranno dopo di me: "Quando mi raggiungi, urlami, che mi faccio da parte e ti lascio passare". Gli Elite sono gente seria e se uno parte 30" dopo di me, è naturale che mi raggiunga. Per fortuna subito dopo di me parte Guglio.. almeno non mi bestemmia contro.

"Cinque, quattro, tre, due, uno", pacca sulla spalla e parto.

Scendoscendoscendoscendo.

Dietro non arriva nessuno.

Continuo a scendere, sbaglio di brutto qualche passaggio.

Dietro ancora non arriva nessuno.

Manca poco alla fine della pista, io sono gasato e penso "Yeah, vabbè, non sono andato così male, dai, non mi ha passato nessuno" quando sento urlare "A sinistra!" e quindi mi sposto tutto sulla destra, rallentando, e lascio passare qualcuno. Non è Guglio. "Mmmmmm", penso.

Finisco la mia prima manche: 6'13". Una meraviglia, perché il mio obiettivo era stare sotto i 7'.

Poco dopo arriva Guglio. Il suo tempo: 6'10". Dopo essere caduto tre volte. Seguono a ruota Andrea e Christian, anch'essi caduti. Tutti meglio di me, nonostante siano caduti.

Arriva la seconda manche.

Parto. Sono più gasato di prima e soprattutto l'aver già fatto una manche mi fa sentire più.. pronto.

Scendoscendo.

E cado. Non so esattamente come, ma finisco cappottato.

Riprendo la bici, guardo indietro, controllo un attimo che tutto sia a posto, penso "Ok, basta, posso ritirarmi, tanto la prima manche l'ho fatta" e invece mi rimetto in sella e riparto.

Guglio non ha fatto la seconda manche, quindi chi mi segue è di nuovo il ragazzo di prima. Solo che lui sarà ancora più gasato e veloce di prima, mentre io, addirittura, sono caduto. Quindi è tutto un scendere cercando di mollare i freni il più possibile, in attesa di sentirmi un urlo da dietro.

E l'urlo arriva. Stavolta, però, non c'è spazio per spostarmi perché sono su un ripido, che chiudo il più rapido possibile prima di fermarmi totalmente sulla sinistra per lasciarlo passare: sia mai che intralci un agonista serio.

Riparto al volo. Qualche secondo ancora e finisco la mia seconda manche.

Tempo: 6'24" o giù di lì. Peggio di prima. Però sono caduto. E mi sono fermato completamente per lasciar passare il pro.

Vivo nell'illusione che, probabilmente, se tutto fosse andato liscio, sarei potuto finire sotto i 6'.

Sarà solo un'illusione? Un pensiero che non lascerà mai il Mondo delle Idee? Congetture che trovano il tempo che lasciano? Non si saprà mai, ma mi piace pensarla così. Dopotutto in una caduta e in uno stop totale, 24" ci possono stare tutti.

Il mio obiettivo era quello di non farmi sorpassare da chi sarebbe partito dopo di me, ma in una categoria come quella Elite, questo è un obiettivo un po' troppo alto. E' come se fossi il portiere della Società Calcio Viale Monza a Milano e dicessi "Il mio obiettivo è non farmi fare gol da Totti".

No. Cambio obiettivo.

Il mio obiettivo è quello di riuscire a finire una gara a metà classifica entro la fine di questa stagione DH.
Anche questo è un risultato molto, molto ambizioso, ma se non ci si ponesse obiettivi ambiziosi, tutto sarebbe troppo semplice.

Prossima gara DH ad Agnona, l'11 aprile. Nel frattempo, la prossima gara Superenduro è il 28 marzo a Pogno. Ho circa due settimane di tempo per farmi le gambe al punto giusto.

Che meraviglia, andare in bici.

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